Qui a Livigno non sono certo riuscito a scattare il panorama ideale.
Da Passo Eira, il fratello minore del Foscagno, si sale liberamente per pratoni al Monte Crapene, di fronte al Mottolino, e da quello per cresta si va al Crap de la Parè, che sarebbe il belvedere perfetto, allineato da un lato con la vallata che si allunga in direzione dell'Alpe Vago de poi della Forcola, e dall'altro con il lago, il quale notorialmente termina contro la catena di confine, bucata dal tunnel di Munt la Schera.
Il fatto è che a questo eccelso belvedere sale da Livigno una lunga Via Crucis, terminata qui da un'immensa croce assolutamente deleteria per un panorama a 360°. Servirebbe avere il luogo tutto per sé, in maniera da girare con agio intorno a questa croce, cercando di organizzare gli scatti in maniera da non incorrere in errori di parallasse. Anche una nutrita batteria di pannelli solari collocata nelle vicinanze per illuminare poi la croce di notte non aiuta certo il compito. Ma quel pomeriggio, con parecchia gente in giro, con zaini e bici appoggiati sugli spuntoni rocciosi intorno, non era il momento giusto per l'operazione. Il lavoro meno peggio riuslta ancora quello dalla cima del monte Crapene, dove almeno non si avventura nessuno, dato che il sentiero (ben visibile) lo evita ampiamente.
Hans-Jürgen Bayer, Günter Diez, Andre Frick, Johannes Ha, Alois Hoop, Martin Kraus, Gianluca Moroni, Niels Müller-Warmuth, Bruno Schlenker, Jens Vischer, Benjamin Vogel, Alexander Von Mackensen
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